Con un figlio di sei anni era troppo sperare di scampare al supplizio del cartone subacqueo più spugnoso che sia mai stato inventato.
Spongebob ha invaso la nostra casa – e pian piano anche le nostre deboli menti – come un’alga silenziosa e tenace. Dopo una debole resistenza iniziale abbiamo capito che opporsi era inutile e dannoso per l’equilibrio psichico generale della famiglia.
Ecco dove ci ha condotti questa vile rassegnazione:
– pranziamo in compagnia delle cazzate di Patrik Stella– ce la prendiamo con quel taccagno di Mister Krabs– ascoltiamo deliziati i miagolii della lumaca Gary– facciamo merenda lanciando anatemi alla volta del malefico Plancton– ceniamo con quel musone di Squiddy Tentacoloe molte altre cose che preferisco non confessare pubblicamente…
Un moccioso ha trasformato casa nostra in una squallida Bikini Bottom del nord-est.
In quanto mamma ormai lobotizzata, ho messo anche la mia creatività al servizio di questa spugna malefica.
Ecco qui che c’è scappata la maglietta brandizzata.
Ok, ok, forse ho violato qualche copyright. Ma devo pur pagarmi le sedute dallo psicologo…
Costo bassissimo (a parte i colori per stoffa che però si possono usare per mille altri progetti) e gran successo.Morale: ordini a go go dai bimbi della strada che hanno visto mio figlio schizzare sulla sua bici-medusa con la t-shit nuova.
Peccato che mi abbiano pagata con figurine di Spongebob….AIUTOOOOOOOO!!!!
Ma lo sapevate che il creatore di Spongebob è Stephen Hillenburg, un biologo marino convertitosi al fumetto?
Ragazze, c’è speranza per tutte noi che sogniamo un futuro diverso!