Avete mai provato la tecnica dell’appliquè?
Tra le mie varie sperimentazioni ho preparato questo quadretto con appliquè di pannolenci su pannolenci come regalo per la nascita della bimba di un’amica.
Il progetto era scrivere il nome in rosa a punto erba.
Verso la fine – come mi capita spesso (dovrò fare un corso rapido per aumentare l’autostima) – non mi sembrava venuto abbastanza bene, così me lo ritrovo appeso nell’angolo dove sfruguglio e creo le mie cose…
Dalla foto non si vede ma il quadretto è imbottito di ovatta.
L’effetto finale bombato è molto carino.
Ho usato un pezzo di pannolenci su cui ho cucito le decorazioni (kokeshi, gatto, farfalla…) e che poi a sua volta ho cucito insieme ad un secondo foglio di pannolenci.
Tra i due un bello strato di ovatta sintetica.
Non dimenticatevi – lo dico perchè a me è successo – quando cucite insieme il sotto e il sopra, di inserire due fettuccine (io ho usato dei nastrini di raso, il contrasto con il pannolenci mi piace) a occhiello.
Nei due occhielli va fatto passare un bastoncino di legno per poter appendere il tutto.
“Appliquè” è una parola francese che letteralmente significa: “attaccato”. Ed è proprio quello che si fa: si attacca un pezzo di un materiale sopra ad una superficie di un altro, o anche dello stesso, materiale.
Ma lo sapevate che l’origine dell’appliquè è l’umile toppa?
Eh si, avete capito bene.
Quella che oggi è una tecnica un po’ chic è nata dalla semplice necessità di attaccare un pezzo di stoffa per coprire un buco.
Come a dire: anche dal fango possono nascere meraviglie….!