Lavorare per la Luce, ogni giorno.
Quando sei l’unico a crederci.
Con tutto il coraggio di cui sei capace. Ignorando la tempesta che spazza la strada.
Quando il gelo dell’indifferenza addormenta i cuori e tu resti solo di fronte all’inverno
Trovare il conforto dentro di te, il calore che ti serve, essere il tuo migliore amico, la tua ancora, la fonte di ogni salvezza.
Cercare ispirazione e pace nella natura. Che è selvaggia, indomita, che non può essere comprata nè sciupata.
Come il tuo spirito.
Onorare la strada del bene. Ogni singola volta che la vita comoda sussurra compiacente al tuo orecchio stanco.
Annusare una traccia. Debole. Calpestata. Nel fitto di una foresta poco battuta.
Rischiare di seguirla. E di smarrirsi.
Scegliere sempre la Luce. Senza sosta. Anche quando i dubbi ti assalgono, nella tenebra avvolgente dell’anima che anela ad un appiglio.
Guardare oltre, lì dove i confini si sfumano e le linee nette cessano di esistere.
Saper interpretare, tendere l’orecchio, catturare il consiglio sparso nel vento. Quello che ti salverà la vita.
Soffrire con dignità. Stare di fronte con la forza che emana da un cuore pulito.
Lavorare per la Luce, nella notte del mondo. Quando ogni direzione pare svanita.
Quando tutto è lecito, piatto, possibile, vuoto. Fare la differenza.
Alzarsi in piedi ed esporsi, nudi, al ridicolo. Sapendo di gettare un seme.
Dire no quando qualcosa dentro ruggisce e si strizza.
No alle scorciatoie. No ai graffi sul cuore degli altri. No al rancore.
No quando il si grida così forte da far vibrare ogni cellula.
Dar da magiare alla fede come a un cane che vive in casa tua.
Un cane apparentemente ingrato. Egoista.
Nutrire per la gioia di farlo. Vivere per la bellezza di questo gesto.
Anche se non genera alcun grazie.
Perseverare.
Anche se nulla di ciò che sognavi di cambiare cambia. Anche se non si vede niente all’orizzonte.
Un mare di smarrimento identico a se stesso ovunque volgi lo sguardo.
Lavorare di cesello. Nel silenzio della tua stanza.
Nell’anonimato di un paese di provincia.
Nessuna gloria ad attenderti. Gli applausi che sgorgano dalla tua consapevolezza sazia.
E nessuno con cui condividerli.
Consegnarsi alla luce. Essere suoi prigionieri senza catene.
Subire torture in suo nome. Nel nome dell’amore. Che tutto accoglie e perdona.
Dimenticare velocemente e ricordare come una pietra scolpita, a seconda dei casi.
Piangere molto. Lavare via lo sporco senza vergogna di sentirsi piccoli, vulnerabili, impotenti.
Sposare la Luce. Quando la paura ti corteggia.
Ed è la cosa più seducente che tu abbia mai provato.
Entra nelle budella e contorce i pensieri.
Guardare un anello invisibile e ricordare la promessa sacra.
Essere in controtendenza. Antichi. Usati. Demodè.
Ma essere. Completamente. Senza riserve.
Ed esserci.
Lavorare per la Luce nell’attimo in cui scivola tra le dita umide.
Esercitare un’attenzione acuta. Guardare come il falco.
Sentire come un cieco la melodia di ogni individuo.
Essere la Luce.
Osservarla con curiosità nello specchio che hai di fronte.
Stupirsi ma riconoscersi.
In ogni suo volto.
(dedicato a tutti coloro che lavorano per la Luce)
( © Laura Brugnoli, ottobre 2012)
La DIGNITA': ecco, sei tu! Splendida e sorprendente creatura che la Luce ha posto lungo il mio cammino.
Con profondo (e commosso) affetto,
Eli